IO RESTO A CASA, ANDRÀ TUTTO BENE. UN FENOMENO ITALIANO

L’inizio del lock-down in Italia è stato segnato dalla comparsa di due slogan che hanno accompagnato le vite dei cittadini nella loro quotidianità. Il primo è il ben noto Io resto a casa attraverso cui il governo ha espresso la necessità di rimanere nelle proprie abitazioni per tenere sotto controllo la diffusione del nuovo Covid-19. Questo slogan, definito dal New York Times come il nuovo “manifesto nazionale [1]”italiano, è comparso in molte altri stati d’Europa inizialmente come traduzione dell’italiano per poi essere adottato nelle loro campagne e, a un primo sguardo, sembrerebbero essere tutte traduzioni letterali di cui viene anche mantenuto l’ordine delle parole (Io + resto + a + casa). In lingua inglese è stato inizialmente reso con I (talvolta omesso) + stay + at + home, si vedano, ad esempio le prime traduzioni proposte dal Guardian negli articoli pubblicati a inizio marzo[2], per poi divenire stay + home nel momento in cui è entrato maggiormente nell’uso orale. Segue la traduzione in tedesco ich + bleibe + zu + Hause, in francese je + reste + a + la maison (è presente la preposizione seguita dall’articolo dell’oggetto), in spagnolo me + quedo + en + casa (me è declinato all’accusativo perché retto da quedarse) e infine in sloveno ostanem + doma in cui il soggetto rimane sottointeso. Il secondo è il noto e controverso andrà tutto bene, slogan spesso accompagnato da arcobaleni disegnati dalla mano dei bambini, diventato simbolo di speranza e di unità nella lotta al Covid-19. Quest’espressione ricorda la parola cantonese, comparsa all’inizio della pandemia, Jayou[3], non arrenderti, resisti, spesso associata a altre parole, come Wuhan jiayou[4] o Dajia Jiayou[5], per instillare coraggio e far sentire la propria vicinanza alla città e alla popolazione. Andrà tutto bene si è diffuso in Europa, specialmente tra gli stati confinanti e anche in questo caso si nota la base letterale della traduzione (andrà + tutto + bene): iniziando dalla vicinia Slovenia lo slogan si è diffuso come vse bo še dobro, in Germania è alles + wird + gut, in Francia tout + ira + bien, in Spagna todo + estará + bien e infine in lingua inglese everything + will + be + fine.

Nonostante l’Italia sia stato il primo Paese ad essere stato maggiormente colpito all’inizio della pandemia nella zona europea, è riuscito a diffondere un sentimento di speranza, ottimismo oltre i confini nazionali che anche la nostra regione ha trasmesso a livello locale nella nostra lingua: sta a cjase, al larà dut ben.


[1]Harss M., In Italy, ‘Io Resto a Casa,’ but Still I Dance, The New York Times, 17.03.2020, in https://www.nytimes.com/2020/03/17/arts/dance/italy-coronavirus-dance.html, consultato il 16.06.2010

[2] Giuffrida A & Tondo L., ‘We’re a bit shocked’: Italians on life under coronavirus lockdown, The Guardian, 10.03.2020, in https://www.theguardian.com/world/2020/mar/10/were-a-bit-shocked-italians-on-life-under-coronavirus-lockdown, consultato il 16.06.2020

[3] Rainbow banners “Everything will be alright”, in https://historia-europa.ep.eu/it/primo-piano/rainbow-banners-everything-will-be-alright, consultato il 16.06.2020

[4] Agrò F., Wuhan, vivere fuori dal mondo, in https://ecointernazionale.com/2020/02/14/wuhan-vivere-fuori-dal-mondo/, consultato il 16.06.2020

[5] Chen Nan, Cymbal of unity, in http://global.chinadaily.com.cn/a/202003/28/WS5e7ead45a310128217282a9b.html, consultato il 16.06.2020